Anno 9, marzo 2009, n.2
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versione di stampa (PDF)
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COMUNICATO STAMPA
Risoluzione sulla decisione della I Camera preliminare della Corte Penale Internazionale (CPI) relativa al Presidente della Repubblica del Sudan, S.E. Omar Hassan Ahmad Al-Bashir
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Il Consiglio della Lega degli Stati Arabi riunitosi in sessione straordinaria il 4 Marzo 2009,
- Sentiti la dichiarazione del Capo Delegazione del Sudan e gli interventi dei Capi delle Delegazioni
- Nel riaffermare le sue precedenti risoluzioni in materia
Decide
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Di esprimere seria preoccupazione per il mandato di cattura emanato dalla prima camera preliminare della Corte Penale Internazionale (CPI) contro S.E. Omar Hassan Ahmad Al-Bashir, Presidente della Repubblica del Sudan.
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Di esprimere la propria solidarietà alla Repubblica del Sudan contro ogni tentativo teso a violarne la sovranità, l’unità e la stabilità, ribadendo la competenza e l’indipendenza della magistratura sudanese, sotto la cui diretta giurisdizione ricade l’amministrazione della giustizia, nonché il rifiuto di ogni tentativo volto alla politicizzazione e all’uso del sistema giuridico internazionale al fine di compromettere la sovranità, l’unità e la stabilità degli stati.
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Di esprimere il proprio rammarico per l’incapacità del Consiglio di Sicurezza di applicare l’articolo 16 dello Statuto della CPI relativo alla proroga delle misure adottate dalla Corte
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Di confermare la validità dell’immunità dei capi di stato come disposto dalla Convenzione di Vienna del 1961 sulle Immunità e sui Privilegi Diplomatici
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Di ritenere che questa decisione mini gli sforzi congiunti arabo-africani di contenimento della crisi. Essa non tiene conto dei requisiti di equità, né della necessità di raggiungere pace e stabilità nel Sudan, né tantomeno delle specificità del Darfur nel prenderne in esame la situazione, non considera inoltre l’esecuzione dell’Accordo di Pace Globale e neppure il processo di preparazione delle elezioni generali che dovrebbero aver luogo nella seconda metà dell’anno. Questa decisione crea serie difficoltà agli sforzi tesi al raggiungimento della pacificazione e alla messa in atto dell’Accordo di Pace Globale.
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Di richiamare il Consiglio di Sicurezza dell’ONU affinché si assuma le proprie responsabilità nella salvaguardia della pace e stabilità nazionali in Sudan considerati i continui sforzi del Governo di Unità Nazionale in favore del raggiungimento della pace globale in tutto il paese. Si sollecita inoltre i membri permanenti del Consiglio di Sicurezza di esprimere una posizione congiunta in favore della pace e della stabilità in Sudan e di favorire le possibilità di progresso nella risoluzione politica della crisi in Darfur.
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Di invitare i vari attori (tutte le parti coinvolte) in Sudan a prevenire ogni tentativo teso a minare gli sforzi volti al raggiungimento di una soluzione politica nel Darfur o a creare nel paese un clima di instabilità tale da compromettere i futuri tentativi di pace nel Darfur, la pacificazione del sud del paese, nonché a bloccare ogni azione che possa influire sulla sicurezza in loco.
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Di appellarsi a tutte le parti, regionali ed internazionali, affinché concorrano a fornire il giusto sostegno e a favorire il clima ideale per il processo di pace tra il Governo sudanese e i movimenti armati nel Darfur nonché a superare gli ostacoli al raggiungimento di un pieno accordo di pace nel Sudan.
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Di proseguire negli sforzi congiunti della Lega degli Stati Arabi e dell’Unione Africana, in cooperazione con l’Organizzazione della Conferenza Islamica Mondiale e il Movimento dei Non-Allineati, per sollevare dinanzi al Consiglio di Sicurezza, anche con l’invio di una delegazione arabo-africana, le implicazioni che tale decisione (del CPI) comporta onde raggiungere la sospensione delle misure adottate dalla CPI.
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Di tenere aperta la sessione del Consiglio per seguire gli sviluppi della questione in vista del rapporto che ne darà dinanzi al prossimo summit dei paesi arabi a Doha.
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